Effetto della ridotta immunosoppressione dopo fallimento del trapianto renale sul rischio di cancro
Uno studio ha confrontato l’incidenza di cancro nelle persone sottoposte a trapianto di rene durante il periodo di successo del trapianto ( con immunosoppressione ) e dopo il fallimento del trapianto ( con immunosoppressione terminata o ridotta ).
È stata coinvolta nello studio una coorte retrospettiva di 8.173 persone australiane sottoposte a trapianto di rene e iscritte nel registro Australia and New Zealand Dialysis and Transplant Registry che avevano affrontato il primo trapianto nel periodo 1982-2003.
Tutti i casi di sarcoma di Kaposi si sono presentati durante il periodo di successo del trapianto.
I tassi di incidenza standardizzati sono aumentati in modo significativo nel corso del successo del trapianto, ma non durante la dialisi dopo fallimento del trapianto per linfoma non-Hodgkin, tumore delle labbra e melanoma.
All’analisi multivariata, per ciascuno di questi tumori, l’incidenza è risultata significativamente più bassa durante la dialisi successiva al fallimento del trapianto ( incidence rate ratio, IRR=0.20 per linfoma non-Hodgkin, 0.04 per tumore delle labbra e 0.16 per melanoma ).
Di contro, i tassi di incidenza standardizzati ( SIR ) durante la dialisi successiva al fallimento del trapianto sono rimasti significativamente elevati per leucemia e carcinoma polmonare e per i tumori correlati a malattia renale in fase terminale ( tumori di rene, tratto urinario e tiroide ), con un incidenza di carcinoma tiroideo significativamente più alta durante la dialisi successiva a fallimento del trapianto ( IRR=6.77 ).
Per altri tipi di tumore non sono state osservate differenze significative in base al successo del trapianto.
In conclusione, l’effetto di immunosoppressione sul rischio di cancro è rapidamente reversibile per alcuni, ma non per tutti i tipi di tumore.
L’inversione del rischio è stata osservata soprattutto per i tumori con una causa infettiva confermata, mentre il rischio di altri tipi di cancro, soprattutto di quelli correlati a malattia renale in fase terminale, è rimasto significativamente più alto dopo riduzione dell’immunosoppressione. ( Xagena2010 )
van Leeuwen MT et al, BMJ 2010; 340: c570
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